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Ragione
e Sentimento
A cura di
Marisa
Rotiroti
Soggetto
Tratto dal romanzo
"Sense and Sensibility" scritto con lucida
ironia da Jane Austen, s'inserisce nel fertile filone che, da Jo
March a Jane Eyre, offre la scena a figure cardine della soggettività
femminile moderna.
"Una di
quelle fate che vigilano sulle culle deve averle fatto compiere,
appena nata, un volo per il mondo. Quando di nuovo fu posta a giacere
nella culla, sapeva non solo come era fatto il mondo, ma già aveva
scelto il suo regno. Aveva accettato che, se avesse potuto dominare
quel territorio, non ne avrebbe desiderato altro". (Virginia
Woolf)
La Trama
La storia
raccontata da Jane Austen e ambientata nella provincia inglese
d'inizio 800, prima dell'età vittoriana, nasce dal contrasto di
carattere tra le due sorelle Dashwod: Elinor e Marianne. Tranquilla,
ragionevole, piena di buon senso, pronta ad adeguarsi alle ragioni
dell'ordine sociale in cui vive la maggiore Elinor (Emma Thompson);
appassionata, estroversa, sensibile, incapace di accettare le regole
che la società vorrebbe imporre al suo cuore Marianne (Kate
Winslet).
Alla morte del
padre, (a causa delle rigide leggi britanniche che vogliono erede del
patrimonio familiare il figlio primogenito), sono costrette a
lasciare la casa di Norland, dove sono sempre vissute, al
fratellastro Jonn. Si trasferiranno insieme con la madre e la
sorellina Margareth a Barton, nel Devonshire, in un modesto cottage,
messo a loro disposizione da sir Jonn Middleton, con un
appannaggio di 500 sterline l'anno.
Le due ragazze non
possono aspettarsi granché dalla vita perché non hanno dote. Come
conciliare, quindi, le speranze del cuore con le regole della
società?
La vita al cottage
scorre abbastanza serenamente: le ragazze leggono, dipingono, suonano
il pianoforte, fanno lunghe passeggiate, sono spesso invitate in casa
dei signori Middleton, che "conducevano un genere di vita in cui
l'ospitalità era pari all'eleganza. La prima era vanto di sir Jonn,
l'altra della sua signora".
Sotto
l'aspetto gentilizio, le conversazioni brillanti e frivole, le buone
maniere della piccola aristocrazia di provincia s'intravede la
condizione femminile dell'800, i rituali sociali, le forme esasperate
di galateo, la fatica di adeguare buon senso e passioni senza farsi
stritolare dalle convenzioni e dai pregiudizi.
Elinor è
innamorata di Edward Ferrars, cognato del fratellastro, un giovane
incapace di dar voce al suo desiderio di abbracciare la vita
ecclesiastica, per non contravvenire alle regole della buona società
e a quelle della madre, che desidera per lui una brillante carriera
nell'esercito. Egli, pur amando Elinor, non può mostrarle i
suoi sentimenti perché da cinque anni è segretamente fidanzato con
Lucy Steele, la quale, quando lui verrà diseredato dalla madre
proprio a causa di questo suo fidanzamento segreto con lei (donna
senza alcuna possibilità economica), preferirà sposare Rodert, il
fratello minore divenuto ricco. Elinor alla fine sposerà il suo
Edward che diverrà rettore nella parrocchia di Delaford, di
proprietà del colonnello Brandon, amico di sir Jonn e innamorato di
Marianne.
Il colonnello
Brandon è un uomo di 35 anni serio e silenzioso e "quantunque
il suo viso non fosse bello, aveva una fisionomia intelligente e modi
particolarmente signorili".
Marianne
s'innamorerà del giovane Willoughby, "dotato di molte qualità,
pronta immaginazione, vivacità di spirito e maniere aperte e
cordiali. Era fatto in tutto e per tutto per attirare il cuore di
Marianne, perché univa a quelle doti non solo una figura attraente,
ma un naturale ardore dell'animo". Egli, però, era
superficiale e privo di scrupoli. Abbandonerà Marianne per sposare
una donna ricca. Anche lui vittima di forti condizionamenti sociali,
si riscatterà solo alla fine quando sa che Marianne è gravemente
ammalata e corre da lei. Non potrà vederla, ma parlerà con la
sorella, le confiderà la sua sofferenza, i suoi sensi di colpa
e i sentimenti nutriti per Marianne. Nel film questo colloquio è
sostituito da una scena molto bella: Marianne e il colonnello Brandon
sposi escono dalla chiesa: sullo sfondo, in cima alla collina, un
cavaliere su un bianco destriero osserva commosso la coppia e si
allontana al gran galoppo.
"Il
Principe azzurro non è altro che un cavaliere su di un cavallo!…."
Ragione e
sentimento: il film
E' la traduzione
italiana di "Sense and sensibility" meno bella di
quella letterale "Senno e sensibilità" o, meglio,
"Buon senso e sensibilità". Sense e Sensibility
hanno in comune non solo la radice, ma sono due elementi
imprescindibili della conoscenza, che passa attraverso i cinque sensi
e ad essi associa un sesto elemento della coscienza che è relazione
intellettuale: "l'acquisizione della capacità di
ragionare in accordo con le cose" dice Nadia Fusini in "Uomini
e donne" (Donzelli).
Senno
Elinor,
sensibilità
Marianne
sono le due sorelle, personaggi femminili del romanzo. Opposti eppure
uguali, sdoppiamento simbiotico della scrittrice, fratture tragiche
di identità divise, esse rappresentano, con le sorelle Bronte e
Virginia Woolf, il conflitto di gran parte della letteratura
femminile del tempo. La traduzione italiana "Ragione
e sentimento"
facendo riferimento ai due grandi movimenti culturali del secolo
XVIII (Illuminismo
- Ragione) e del
secolo XIX (Romanticismo
- Sentimento),
è limitativa rispetto al significato più ampio di sense
che, per me, è relazione
intellettuale.
Marianne, è vero,
ama romanticamente, ma non al modo dello Sturm und Drang: ella
mostra un modo di stare al mondo con la consapevolezza delle proprie
fragilità senza arrendersi al desiderio (il desiderio indica una
mancanza), vive intensamente le sue emozioni, si mette in gioco e…..
cresce, matura una nuova consapevolezza di sé, trova la sua misura.
Come Ada in
"Lezioni di piano" di Jane Campion, abbandona in
fondo all'oceano il proprio pianoforte divenuto ingombrante e
ricomincia a suonare su un nuovo pianoforte con un dito in meno, così
Marianne, purificato sotto la pioggia il suo dolore per l'abbandono
di Willoughby , ritorna alla vita. (Questa scena nel film è stata
risolta in maniera sbrigativa)
Vivere in
accordo con la realtà
è il matrimonio di Marianne col colonnello Brandon.
Il film, che ha
guadagnato due globi d'oro per il miglior film e la migliore
sceneggiatura, è ideato da donne (Jane Austen, la scrittrice,
Lindsay Doran la produttrice, Emma Thompson la
sceneggiatrice e protagonista ) e diretto da un uomo, il cinese di
Taiwan Ang Lee.
Ang Lee riesce a
combinare felicemente rigore formale inglese e magiche
ispirazioni d'oriente. Simile, infatti, a quello cinese è il
microcosmo familiare e sociale della Austen: i riti fortemente
codificati, il rispetto delle forme, la difficoltà nella
comunicazione emotiva, l'assillo dell'armonia, la ricerca di un
equilibrio tra gli opposti. Anche nella sapienza con cui sono
inquadrati i paesaggi, i cieli, le piogge inglesi troviamo qualcosa
di orientale.
Il lavoro di Ang
Lee, però, non sarebbe stato possibile se Emma Thompson non avesse
sceneggiato, scandito, dialogato, riscritto il romanzo nel modo in
cui lo ha fatto, rispettando il genio comico della scrittrice; se
Jenny Beavan e Jonn Bright (i costumisti) non avessero mirabilmente
ricostruito la moda britannica del tempo; se in definitiva non avesse
avuto "gli ingredienti" che lui in qualità di "cuoco"
(come si è definito in un'intervista rilasciata dopo la
realizzazione di "Mangiare Bere Uomo Donna) ha messo insieme
abilmente.
In questa
commedia, sostenuta dall'ironia e dall'umorismo, in cui il
motore centrale è il denaro, la lucidità dello sguardo è
conservata nella struttura espositiva agile, favolistica, che non fa
sentire i 135 minuti della sua durata.
I personaggi, dove "i
deboli sono gli uomini (eccetto il colonnello Brandon - Alan Rickman)
e l'unica arpia è una donna (la sorella di Edward), sono
interpretati da una affiatata squadra di attori inglesi tra i quali
sarebbe ingiusto prima che ingeneroso stabilire una gerarchia di
bravura. In prima fila Kate Winslet, l'appassionata Marianne….. e
Emma Thompson, la diciannovenne Elinor così degna nel suo self
control". (Rivista del cinematografo n. 4/96 Morando Morandini ,
critico cinematografico de "Il Giorno" ).
Il Regista Ang
Lee
Il regista Ang Lee
è nato nel 1954 in Taiwan. Dal 1973 al 1976 ha studiato teatro e
cinema presso l'Accademia delle Arti a Taipei, e ha realizzato i suoi
primi film in super 8. Nel 1978 ha lasciato il suo paese per gli
U.S.A. dove si è laureato in Arte Drammatica all'Università
dell'Illinois. In seguito ha fatto un master come regista
all'Università di New York. Mentre studiava ha girato diversi film
brevi e anche un film di media lunghezza chiamato Fine Line (1985),
che gli ha fatto vincere due premi (miglior film e miglior regista)
al festival Universitario del cinema di New York. Ang Lee ha
intrapreso una carriera promettente con Pushing Hands (Mani che
spingono) mostrato nel 1992 nella sezione "Panorama" a
Berlino.
"Il Banchetto
di nozze", nominato per un Oscar e per l'Orso d'oro al festival
di Berlino nel 1993, è stato un successo di critica e un film
popolare. Il tema esplorato in questo film è il tema dell'identità,
che fa dichiarare ad Ang Lee: "l'identità per noi taiwanesi è
un problema che la nostra breve, contraddittoria storia non può
fornire. Nel "Banchetto di nozze" identità culturali,
nazionali, familiari e individuali si contraddicono l'un l'altro".
Il suo terzo
lungometraggio "Mangia Bevi Uomo Donna" del 1994 è una
commedia melodrammatica sui valori tradizionali cinesi mescolati con
la modernità occidentale: i costumi ancestrali si fondono con
rituali urbani in cui lo spirito della tradizione evapora lasciando
posto solo per bugie e giochi.
Quando parla della
realizzazione dei suoi film, Ang Lee utilizza una metafora culinaria
"essere chiamato regista dà un senso di potere……, ma in
realtà non abbiamo alcun reale potere: tutto ciò che facciamo è
selezionare gli ingredienti, mentre si gira, e metterli insieme
durante il montaggio. In fondo il regista è solo un cuoco". Nel
1995 ha diretto "Ragione e sentimento", che gli è valso
due Globi d'oro: migliore sceneggiatura e miglior film, e sette
nomination all'Oscar.
Nel 1997 è stato
ospite presso l'Università dell'Illinois in occasione della rassegna
cinematografica dei suoi film, sponsorizzata dal Centro di Studi per
l'Asia Orientale e del Pacifico.
Lo scopo del
centro è coordinare, promuovere, sviluppare e divulgare gli studi
dell'area orientale: Pacifico e Asia Orientale.
Soverato, 25
gennaio 1999
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